Un imprenditore italiano denuncia il sistema: le banche ritardano lo sviluppo delle imprese e lui ora chiede un intervento urgente

L’imprenditore Vito Turcis lancia un duro attacco. Le banche ritardano lo sviluppo delle imprese e lui si appella direttamente al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Turcis, operativo dal 1999 nel settore dei trasporti refrigerati, sollecita un intervento immediato contro le lungaggini degli istituti di credito, che di fatto ostacolano la crescita delle PMI italiane.

“Gli istituti di credito impiegano troppo tempo a dare risposte ai propri clienti”, dichiara Turcis. “Nel mio caso ho dovuto attendere 14 mesi, inviando più volte la stessa documentazione, per poi ricevere risposte non coerenti con il mio profilo personale e aziendale. Così non si può lavorare”. L’imprenditore, che dal suo quartier generale in Lombardia coordina la logistica per catene di supermercati e aziende alimentari, evidenzia come questa situazione paralizzi l’efficacia della Legge Sabatini, pensata per facilitare gli investimenti in beni strumentali. “Con questi tempi di attesa non si riescono a rispettare gli accordi con i clienti. Se una catena di supermercati mi chiede nuovi mezzi per il trasporto, come posso aspettare più di un anno per comprarli?”

Un problema nazionale tra burocrazia e credito

Il caso di Vito Turcis non è isolato, ma riflette un problema diffuso. Secondo un’analisi di FederTerziario, oltre il 69% delle PMI italiane indica che gli ostacoli burocratici e i ritardi bancari sono oggi tra i principali freni alla crescita. Il rapporto della Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria del 2025 conferma la difficoltà: i nuovi prestiti a medio-lungo termine per le imprese sono diminuiti del 3,5% rispetto all’anno precedente, mentre le piccole aziende sotto i 20 addetti hanno registrato un calo di credito del 2,8% nel trimestre estivo. Nonostante la Nuova Sabatini sia stata rifinanziata per il periodo 2025–2029 con oltre 1,7 miliardi di euro, molte imprese denunciano che il vero ostacolo non è l’assenza di fondi, ma la lentezza delle banche nella fase istruttoria.

“Il paradosso”, spiega Turcis, “è che la legge esiste e le risorse ci sono, ma la macchina burocratica e bancaria si muove a rilento, impedendo alle imprese di investire”.

Casi simili e la protesta di Brescia

Il tema dei ritardi bancari ha già acceso polemiche in diverse regioni. A Bergamo, una PMI del settore logistico ha atteso oltre un anno per una richiesta di finanziamento da 500 mila euro, vedendosela poi respinta nonostante un bilancio in crescita. La motivazione addotta: “ritardi nei pagamenti dei clienti pubblici”. Un paradosso che, come nel caso Turcis, mette in crisi imprese sane. Nel febbraio 2024, inoltre, una sentenza ha stabilito che i finanziamenti garantiti dal Fondo PMI sono nulli se l’istruttoria risulta carente, aprendo un ulteriore fronte di rischio.

Per dare voce a questa situazione, Vito Turcis ha annunciato una manifestazione a Brescia, in via Cefalonia 76, davanti alla sede di Intesa Sanpaolo. L’iniziativa, organizzata ai sensi dell’articolo 21 della Costituzione, mira a richiamare l’attenzione del Governo e del sistema bancario.

L’appello a Giorgetti: “Tempi certi per innovare”

Turcis chiede formalmente al Ministro Giorgetti di rafforzare i controlli sull’applicazione della Legge Sabatini da parte delle banche convenzionate e di vigilare sulle tempistiche delle pratiche. Chiede inoltre di valutare eventuali responsabilità patrimoniali per danni causati alle imprese dai ritardi ingiustificati. La denuncia di Vito Turcis ha già raccolto il sostegno di numerosi imprenditori e associazioni territoriali.

“Non chiediamo favori”, conclude Turcis, “ma solo tempi certi e una reale applicazione delle leggi esistenti. Perché senza investimenti non c’è innovazione, e senza innovazione le imprese italiane non possono crescere”. Un messaggio chiaro che si unisce al grido d’allarme di migliaia di piccole realtà produttive.

A cura della redazione

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