La Corte Costituzionale afferma il diritto dei figli a entrambe le madri
La Corte Costituzionale, indicata anche come Consulta, ha sancito un principio decisivo e carico di significato: quando due donne, unite da un progetto di genitorialità, concepiscono un figlio attraverso fecondazione medicalmente assistita all’estero, entrambe devono poter essere riconosciute come madri, fin dalla nascita.
Si evincono i tre cardini fondamentali della Costituzione italiana: l’articolo 2, che garantisce la piena tutela dell’identità personale; l’articolo 3, che vieta ogni forma di disparità irragionevole; e l’articolo 30, che protegge i diritti del figlio nei confronti di entrambi i genitori. Secondo la Consulta, negare il riconoscimento legale alla madre intenzionale compromette l’equilibrio affettivo, giuridico ed educativo del minore.
L’identità del bambino nasce dal legame con entrambe le madri

Nel momento in cui due donne scelgono insieme di dare la vita a un figlio, si assumono una responsabilità comune, profonda e vincolante. La Consulta ha sottolineato che il riconoscimento del legame tra il figlio e la madre intenzionale rappresenta un diritto essenziale del bambino, non una concessione.
Il minore ha bisogno di un’identità chiara, di una famiglia che lo accolga pienamente, senza ambiguità né discriminazioni. Ha diritto a ricevere cura, presenza affettiva, sostegno educativo e protezione morale da entrambe le madri, così come a mantenere relazioni autentiche con i parenti di entrambi i rami familiari.
La Corte apre a nuove famiglie, ma il legislatore deve agire
Si ribadisce che non sussistono limiti costituzionali che impediscano al Parlamento di estendere l’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche alle donne non sposate o single. Tuttavia, la norma attuale che limita questa possibilità non risulta, secondo la Consulta, irragionevole o sproporzionata nell’ambito dell’attuale quadro normativo.
Questo significa che la palla ora passa al legislatore, che può e deve riflettere sull’urgenza di un’evoluzione delle regole in grado di riconoscere la molteplicità dei modelli familiari. L’invito della Corte è chiaro: non ignorare i cambiamenti della società, ma renderli parte della legge.
Il riconoscimento legale diventa espressione di umanità e giustizia
Con questa decisione, la Consulta ha affermato il valore universale del legame familiare, che nasce da una scelta consapevole e da un atto d’amore. Ha riconosciuto che ogni figlio ha diritto alla verità della propria origine, alla sicurezza affettiva e alla presenza di entrambi i genitori.
La madre biologica e la madre intenzionale contribuiscono in egual misura alla nascita e alla crescita di un figlio che ha bisogno di entrambe, non solo dal punto di vista umano, ma anche giuridico e sociale.
Grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, l’Italia compie un passo concreto verso il futuro, verso una società che riconosce, tutela e valorizza tutte le forme d’amore capaci di generare vita e cura.