25 aprile, la libertà non si eredita: si difende ogni giorno

La Liberazione dell’Italia: un grido ancora vivo

Il 25 aprile non rappresenta soltanto una data del calendario, ma una ferita che ha imparato a raccontare la sua storia. In quel giorno del 1945, l’Italia ha scelto di rialzarsi, ha strappato il bavaglio della dittatura fascista e ha riaperto le porte alla democrazia. Le città si sono liberate una dopo l’altra, le montagne hanno ridato voce ai partigiani, e il popolo ha riconquistato la propria dignità.

Non si trattò di un miracolo improvviso, ma di una lotta lunga, dolorosa, piena di coraggio. Migliaia di donne e uomini decisero di resistere, con le armi o con le parole, con la disobbedienza o con la solidarietà. Oggi, chi gode dei frutti di quella lotta ha il dovere di ricordarla. Non per nostalgia, ma per coscienza.

La memoria come scelta civile e politica

25 APRILE 1945
25 APRILE 1945

La libertà non si eredita come un cognome nobile. Si coltiva, si protegge, si vive con consapevolezza. Festeggiare il 25 aprile significa scegliere da che parte stare, ogni giorno. Non basta sventolare una bandiera o postare un messaggio sui social: serve uno sforzo più profondo, più scomodo.

Serve insegnare ai giovani che la democrazia si costruisce con il pensiero critico, non con l’obbedienza cieca. Serve dire che la resistenza non è un racconto polveroso, ma un’azione continua. La resistenza vive in chi si batte per i diritti civili, in chi difende la scuola pubblica, in chi denuncia le ingiustizie.

Un Paese libero ha bisogno di cittadini vigili

La libertà non sopporta l’indifferenza. Ogni volta che qualcuno si volta dall’altra parte davanti a un sopruso, un pezzo di quella libertà si spegne. Ogni volta che il potere mente e nessuno lo corregge, il ricordo del 25 aprile si scolora.

Per questo, oggi più che mai, occorre tenere viva la fiamma della partecipazione. Non basta dire “mai più”, bisogna dimostrarlo nei fatti. Bisogna difendere la Costituzione, scegliere parole oneste, costruire ponti invece di muri. Solo così la libertà potrà davvero camminare accanto a noi.

Il coraggio di chi ha scelto di non voltarsi

Nel 1945, l’Italia ha avuto paura, ma non si è arresa. Ha lottato, si è sporcata le mani, ha seppellito i suoi morti cantando. Quel coraggio ci appartiene, anche se non lo abbiamo vissuto in prima persona. Ci obbliga a guardarci allo specchio e a chiederci se stiamo facendo abbastanza per meritarlo.

Oggi, 25 aprile, celebriamo la libertà. Ma domani – e ogni giorno dopo – dimostriamo di esserne degni. Con le scelte, con le azioni, con la voglia ostinata di costruire un futuro dove nessuno debba mai più combattere per poter dire: “Sono libero.”

A cura di Veronica Aceti

Leggi anche: Il mondo saluta Papa Francesco tra potere e poesia

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *