Sergio Mattarella firma il provvedimento: pene più severe per chi blocca le strade

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto sicurezza 2025, approvato dal governo guidato da Giorgia Meloni. La norma introduce misure drastiche contro manifestazioni violente e attività illegali. Il testo prevede l’arresto per chi interrompe la viabilità pubblica. Chi organizza o partecipa a blocchi stradali rischia da uno a quattro anni di carcere, a seconda del numero di persone coinvolte. Il governo vuole limitare i disagi causati da cortei improvvisi e ribadisce il diritto a manifestare senza danneggiare la collettività.

Il governo di Giorgia Meloni dice addio alla cannabis light

Il nuovo decreto cancella ogni dubbio: la cannabis light non può più circolare. Il testo proibisce produzione, commercio e diffusione di prodotti derivati dalla cannabis con THC basso. Migliaia di piccoli imprenditori dovranno chiudere i battenti. I negozi specializzati – noti come grow shop – escono di scena. Il governo di Giorgia Meloni giustifica la scelta come un’azione per prevenire scorciatoie illegali e tutelare la salute pubblica. Ma l’opposizione alza la voce: “È una misura punitiva e moralista”, commenta un esponente del centrosinistra.

Lo Stato copre le spese legali degli agenti in divisa

Un altro punto chiave del decreto riguarda le forze dell’ordine. Gli agenti coinvolti in procedimenti giudiziari per fatti legati al servizio non dovranno più affrontare da soli le spese legali. Lo Stato interviene economicamente, ma solo se l’operato dell’agente risulta corretto e in linea con i protocolli ufficiali. La norma nasce per proteggere chi agisce nel rispetto della legge, ma si ritrova in tribunale a causa di contesti critici. Anche in questo caso, il governo Meloni sottolinea l’obiettivo: ridare fiducia alle divise e garantire copertura istituzionale.

Custodia cautelare possibile anche per le donne in gravidanza

Una novità che fa rumore riguarda le donne incinte accusate di reati gravi. Il decreto apre alla possibilità di applicare la custodia cautelare anche durante la gravidanza, se sussiste un pericolo concreto per la società. La misura rompe un equilibrio delicato tra giustizia e tutela della maternità. Il governo la difende, dichiarando che serve a impedire abusi del sistema e proteggere l’ordine pubblico. I critici, però, parlano di scivolamento autoritario e attacco ai diritti delle donne.

Contro il terrorismo digitale arrivano nuove norme penali

Il decreto introduce anche un nuovo reato: chi conserva, crea o diffonde istruzioni per fabbricare armi, esplosivi o sostanze tossiche con finalità eversive rischia da due a sei anni di carcere. L’obiettivo è chiaro: colpire la preparazione del crimine prima che diventi realtà. Le autorità vogliono rispondere alla minaccia del terrorismo “fai-da-te”, spesso alimentato da contenuti online. La norma punta a stroncare le attività terroristiche sul nascere.

Maurizio Gasparri applaude, l’opposizione insorge

Il decreto genera reazioni immediate nel mondo politico. Il senatore Maurizio Gasparri, storico volto della maggioranza, esprime soddisfazione: “È un passo avanti per la sicurezza dei cittadini”. Dall’altro lato, le forze di opposizione parlano di deriva autoritaria e criticano il governo per aver imposto il testo senza un vero confronto parlamentare. Il Partito Democratico accusa l’esecutivo di voler ridurre lo spazio democratico. Il dibattito è già incandescente nelle aule parlamentari.

Il Parlamento ha 60 giorni per confermare il decreto

Il provvedimento è già legge, ma ora tocca al Parlamento approvarlo in via definitiva entro 60 giorni dalla pubblicazione. Le Camere dovranno confrontarsi punto per punto sulle nuove misure. Intanto, la tensione cresce nel Paese. Alcuni applaudono alla stretta sulla legalità, altri temono un’erosione delle libertà civili. Il futuro si giocherà tra dibattito pubblico, opposizione parlamentare e proteste di piazza.

A cura di Veronica Aceti
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