L’ultimo respiro di Napoleone Bonaparte, l’uomo che volle rifare il mondo
Il 5 maggio 1821, sull’isola remota e ventosa di Sant’Elena, Napoleone Bonaparte chiude per sempre il sipario della sua vita. Il corpo stanco del grande stratega crolla dopo anni di esilio e amarezza. Ma la sua figura, scolpita nella pietra della storia, continua a bruciare nella memoria collettiva d’Europa. L’ex imperatore di Francia, colui che incendiò l’intero continente con ambizione e genialità, non svanisce con la morte, ma entra nel mito.
Napoleone, a 51 anni, lascia un mondo che non ha mai smesso di temerlo, osservarlo, studiarlo. E proprio l’Italia, terra d’arte e riflessione, accoglie il riverbero di questa morte come un sussulto nella coscienza del tempo.
Alessandro Manzoni scrive un canto che supera i secoli

Nella sua casa milanese, Alessandro Manzoni legge la notizia del decesso di Napoleone Bonaparte su un giornale. La mente del poeta si accende, la mano corre veloce. In pochi giorni, nasce Il Cinque Maggio, un’ode che vibra come una preghiera, ma colpisce come un fulmine.
Manzoni non dipinge solo l’eroe caduto, ma scava nel dolore dell’uomo spogliato del potere, affonda nel cuore di chi ha dominato e poi perso tutto, illumina la redenzione interiore di chi ha avuto il mondo e ora ha soltanto Dio. La poesia, intensa e rigorosa, esce dal tempo e vi resta dentro per sempre.
Il testo, sebbene Manzoni non lo pubblichi ufficialmente in vita, viaggia di mano in mano, fino ad arrivare a Goethe, che lo legge in tedesco e se ne innamora. Il genio di Weimar resta incantato da quell’intreccio di classicismo e spirito cristiano. Il Cinque Maggio entra così nel patrimonio europeo come un esempio altissimo di poesia civile e spirituale.
La data che ricorda potere, poesia e umanità
Oggi, ogni 5 maggio, il tempo torna indietro e si ferma un istante. Gli studenti leggono l’ode, gli storici discutono dell’uomo che cambiò la mappa del potere, i poeti riscoprono la voce profonda di Manzoni. La morte di Napoleone Bonaparte non resta solo una tappa nei libri, ma diventa simbolo della caduta e della rinascita, un ponte tra il dolore umano e la luce dell’intelligenza.
Il genio di Napoleone, l’anima di Manzoni, la sensibilità di Goethe: tre nomi, tre mondi, un unico giorno che unisce guerra e poesia, gloria e umiltà. In un’epoca dove tutto si dimentica, questa data continua a insegnare il valore delle vite straordinarie e delle parole eterne.
A cura di Veronica Aceti
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