Un accordo strategico in un momento cruciale per la moda italiana

Ore decisive per il destino di uno dei simboli della moda italiana: la trattativa per il passaggio di Versace al gruppo Prada si avvia verso il suo epilogo, mentre le incertezze geopolitiche e le turbolenze sui mercati finanziari gettano un’ombra sull’esito dell’operazione. Con l’esclusiva negoziale in scadenza, si entra in un momento chiave che potrebbe definire una nuova fase per l’universo del lusso tricolore.

Il ruolo di John Idol e la situazione in Italia

In queste ore cruciali, il CEO di Capri Holdings, John Idol, è presente in Italia, segno che le discussioni sono giunte a uno snodo fondamentale. Le parti, secondo fonti vicine al dossier, avrebbero raggiunto un’intesa preliminare, ma le firme definitive ancora non ci sono. Una prudenza giustificata anche dal contesto economico globale, dove l’instabilità e le tensioni commerciali stanno imponendo cautela anche ai gruppi più solidi.

La strategia di Prada e i suoi leader

Prada 1Il gruppo Prada, guidato da Andrea Guerra sotto la visione strategica di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, si è assicurato quattro settimane di esclusiva per trattare direttamente con Capri Holdings, che controlla Versace dal 2018. Questa finestra negoziale, avviata dopo mesi di contatti riservati e un fitto lavoro degli advisor – Citi, Goldman Sachs e BonelliErede da una parte, Barclays dall’altra – volge ora al termine.

La valutazione e l’importanza di Versace

La valutazione del marchio della Medusa si aggirerebbe intorno a 1,1 miliardi di euro, cifra che, secondo indiscrezioni, avrebbe già ottenuto il supporto delle principali banche coinvolte, Intesa Sanpaolo e BNP Paribas-BNL. L’eventuale acquisizione riporterebbe il marchio Versace in mani italiane, chiudendo una parentesi statunitense iniziata sei anni fa con l’ingresso di Capri Holdings, che rilevò l’azienda fondata da Gianni Versace per circa 1,85 miliardi di euro.

La crisi e il cambio di rotta per Capri Holdings

A vendere furono all’epoca la famiglia e il fondo Blackstone, nella speranza di rafforzare la crescita globale del brand. Ma la strategia americana si è scontrata con una realtà più complessa: il naufragio, lo scorso novembre, della maxi-fusione da 8,5 miliardi di dollari con Tapestry ha spinto Capri a rivedere le proprie priorità. Con il titolo in calo drastico, da 41 a circa 12 dollari, la cessione di Versace si è trasformata da opzione strategica a necessità finanziaria.

Il ritorno di Prada alle acquisizioni strategiche

Versace 1Per Prada, invece, l’operazione rappresenterebbe un ritorno alla dinamica delle acquisizioni, già percorsa in passato con nomi come Jil Sander, Helmut Lang e Church’s. Ma a differenza di quei casi, l’inserimento di Versace nel portafoglio del gruppo non appare come un esperimento, bensì come un consolidamento dell’identità italiana nel segmento alto del mercato globale.

Versace come tassello per il futuro del lusso

Una mossa che arriverebbe in un momento favorevole per Prada, che ha chiuso il 2024 con risultati sopra le attese: 5,4 miliardi di ricavi e 839 milioni di utile netto, trainata da una crescita vigorosa di Miu Miu e una tenuta solida del marchio principale. Versace, con la sua immagine potente e riconoscibile, potrebbe rappresentare il tassello ideale per completare l’architettura di un gruppo ormai pronto a giocare da protagonista nel panorama del lusso mondiale.

A cura di Katya Malagnini
Leggi anche: Nuovo capitolo per un’intesa vincente tra Virgo e Grande Fratello

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *