Oggetti e altari diventano simboli universali di resilienza, trasformando il dolore individuale in riflessione collettiva
Un racconto sia di oggetti sia anche di memoria
La XV Biennale di Firenze è lieta di presentare la partecipazione dell’artista panamense Aristides Ureña Ramos con la videoinstallazione Darién non è una rotta (Gli altari del dolore), un’opera che intreccia memoria, migrazione e anche spiritualità in un racconto di intensa forza visiva e umana. Questo progetto, concepito negli anni Novanta e già esposto in prestigiose sedi internazionali come la Biennale di Venezia (1997) e l’ex Istituto Nazionale di Cultura di Panama (2015), si rinnova oggi nel contesto tematico di questa edizione: La sublime essenza della luce e delle tenebre.
La forza degli altari del dolore
Attraverso oggetti recuperati lungo le rotte migratorie e trasformati in altari e testimonianze audiovisive, Ureña Ramos esplora quindi il Darién Gap, luogo simbolo di dolore, coraggio e speranza. L’opera si fa rito laico e anche riflessione universale sulla condizione umana: la luce dei sogni e dei ricordi che resiste all’ombra dello sradicamento. Con Darién non è una rotta (Gli altari del dolore) l’artista riafferma la sua poetica come atto di compassione e consapevolezza, invitando lo spettatore a un dialogo profondo tra arte, memoria e trasformazione.
L’artista tra Italia e Panama
Aristides Ureña Ramos (Santiago de Veraguas, Panama, 1955) vive e lavora tra l’Italia e Panama. La sua ricerca, da oltre quarant’anni, unisce memoria storica, critica sociale e sperimentazione visiva, rendendolo quindi una delle voci più significative del panorama artistico latinoamericano contemporaneo.
Informazioni sulla biennale
XV Biennale di Firenze, Fortezza da Basso, Firenze, 18 – 26 ottobre 2025