Il regista veneto Mario Chiavalin porta su Prime Video un film intenso e commovente che racconta la vicenda di Giuseppe Taliercio, dirigente della Montedison rapito e ucciso dalle Brigate Rosse, trasformando un capitolo doloroso della storia italiana in un racconto di coraggio, umanità e memoria attiva

la loggia occulta ph webIl cinema che riporta alla luce la memoria

Con Giuseppe Taliercio – Il delitto perduto, Mario Chiavalin conferma la sua capacità di mescolare sensibilità artistica e impegno civile. L’opera, approdata su Prime Video il 18 ottobre 2025, racconta la storia del dirigente Giuseppe Taliercio, sequestrato nel 1981 a Porto Marghera dalla “colonna veneta” delle Brigate Rosse e assassinato dopo 47 giorni di prigionia.

Il regista sceglie di mostrare l’uomo oltre i fatti, concentrandosi sul coraggio, sulla dignità e sulla profonda integrità morale di chi affronta la paura con fermezza. “Volevo raccontare un uomo che resiste alla violenza senza perdere la propria umanità”, spiega Chiavalin durante la presentazione a Mestre, dove l’opera aveva già commosso il pubblico nell’anteprima del novembre 2024.

Il film offre uno sguardo empatico sulla vicenda, trasformando il dolore in riflessione e il silenzio in un messaggio potente. Mario Chiavalin invita a considerare la memoria non come un ricordo passivo, ma come un impegno quotidiano per la verità e la giustizia. “La memoria è un dovere che dobbiamo coltivare, non un semplice ricordo”, afferma il regista.

Il percorso creativo e la nascita del progetto

Giuseppe Taliercio ph wpIl progetto nasce da anni di ricerche, interviste e letture approfondite. Mario Chiavalin desidera restituire dignità a una storia spesso trascurata, trasformandola in un racconto cinematografico che unisce rigore storico e intensità emotiva.

“Ogni persona dietro la storia merita di essere conosciuta nella sua completezza”, racconta Chiavalin, spiegando come abbia voluto mostrare Taliercio non solo come vittima, ma come esempio di coerenza e integrità. Le riprese si svolgono tra Mestre e Porto Marghera, ambientazioni che conservano il peso e la memoria di quegli anni complessi.

Il regista affronta sfide produttive con determinazione e passione, concentrandosi sulla verità emotiva dei personaggi. Ogni inquadratura e ogni dettaglio scenografico amplificano la percezione della storia, trasformando i luoghi industriali e le loro atmosfere in veri protagonisti. “Volevo che il film respirasse, che parlasse attraverso gli spazi e i silenzi”, dichiara Chiavalin, sottolineando l’importanza di costruire un linguaggio visivo capace di evocare emozioni profonde.

Gli interpreti e la forza delle emozioni

Nel ruolo di Giuseppe Taliercio, Michele Franco offre una performance intensa e misurata, che comunica la fermezza di un uomo che affronta la paura con dignità e umanità. Accanto a lui, Manuela Metri interpreta la moglie con delicatezza e forza, restituendo la dimensione emotiva del dolore e della speranza.

Mario Chiavalin dirige con attenzione e sensibilità, scegliendo il silenzio e i dettagli minimi per trasmettere emozione. “Il dolore autentico non ha bisogno di rumore, si percepisce negli occhi e nei gesti”, spiega il regista. Ogni scena costruisce un equilibrio tra tensione e introspezione, offrendo allo spettatore uno spazio per riflettere sulla responsabilità e sulla memoria.

Il film non cerca la spettacolarità, ma la verità, trasformando il racconto storico in un’esperienza emotiva intensa. I rumori della fabbrica, il respiro dei personaggi, le ombre degli ambienti industriali diventano strumenti per comunicare la realtà e la profondità della vicenda.

Un’opera che riaccende coscienza e dignità

Mario Chiavalin ph igGiuseppe Taliercio – Il delitto perduto non è solo un film storico, ma un atto di giustizia verso la memoria collettiva. Mario Chiavalin invita lo spettatore a riflettere sull’importanza della coerenza morale, del coraggio e della responsabilità civile.

La critica ha apprezzato la capacità del regista di fondere precisione storica e intensità narrativa, consegnando al pubblico una storia che parla al cuore e alla coscienza. Grazie alla disponibilità su Prime Video, l’opera raggiunge un pubblico ampio, permettendo anche alle nuove generazioni di conoscere la figura e l’eredità morale di Giuseppe Taliercio.

Alla fine della visione resta un messaggio chiaro: la memoria è una scelta attiva e un dovere quotidiano. “Taliercio ci insegna che la libertà e la dignità si difendono con la coscienza e la verità”, conclude Chiavalin, restituendo al cinema il suo compito più alto: quello di illuminare la storia attraverso il racconto umano e sincero.

Per guardare il film: primevideo.com

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *